giovedì 10 settembre 2009
Trenta cani stipati in una masseria nella campagna di Carovigno
Bari – 9 settembre.La notizia è fresca di stampa sui giornali e ancora una volta ci parla di abusi e maltrattamenti contro i cani.
La scena è quella della campagna di Carovigno e precisamente di un’antica e fatiscente masseria di circa 350 metri quadrati, in contrada Cantagallo. Siamo nei pressi di Santa Sabina, marina di Carovigno e località turistica frequentata sia da italiani che stranieri.
Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato grazie alle segnalazioni anonime di privati cittadini insospettiti dai continui latrati e lamenti provenienti dall’immobile hanno scoperto così un vero e proprio canile abusivo. Una trentina di cani meticci di piccola e media taglia erano ammassati a gruppi in piccole gabbie e alcuni portavano addosso segni evidenti di rogna.
Gli animali spaventati e aggressivi vivevano in condizioni igienico-sanitarie pessime condividendo, tra l’altro, gli angusti spazi con due carcasse di cani (morti da un tempo indefinito) il cui olezzo riempiva la struttura.
La masseria è stata posta sotto sequestro insieme agli animali che sono stati spostati nella struttura autorizzata «I giardini di Pluto» di Carovigno.
Dal punto di vista legale è stata sporta una denuncia contro ignoti per maltrattamenti di animali (art. 727 del codice penale) ma di certo le indagini dovranno chiarire le motivazioni che hanno indotto i responsabili a segregare gli animali nel casolare.
In attesa che le indagini siano concluse e la magistratura sia in grado di individuare le responsabilità e giudicare i fautori del canile abusivo di Carovigno, possiamo comunque esprimere alcune considerazioni sul fenomeno dei canili abusivi "fatti in casa" – sottolinea Mimmo Passaro, membro del direttivo regionale pugliese della Lega Nazionale del Cane, di cui riportiamo di seguito le attente valutazioni sul fenomeno e sulla situazione nostrana.
É consuetudine nelle nostre zone del Sud. - dove dilaga il randagismo - che gente impietosita dalle disperate condizioni in cui versano i cani vaganti, sia pure con il buono intento di sfamarli e abbeverarli ed alleviare le loro sofferenze, raccolga un certo numero di cani randagi rinchiudendoli in un sito (improvvisato canile) privo dei più elementari dispositivi di igiene e sicurezza, dentro il quale, a dispetto di tutte le leggi e norme vigenti in Italia, non può essere garantito loro il minimo benessere.
É evidente che, se da un lato costoro sottraggano i randagi ai disagi della strada, dall'altro non offrono agli animali alcun giovamento, anzi li penalizzano rinchiudendoli in spazi limitati, inadatti, sporchi e fatiscenti come ruderi di masserie o casolari isolati di campagna.
Nella fattispecie è singolare che solo grazie ad alcune segnalazioni anonime le Guardie forestali siano state portate al ritrovamento del canile improvvisato nella masseria diroccata di Carovigno. É peraltro pressoché impossibile censire tutti i cani randagi che gravitano nelle campagne e nelle masserie pugliesi a causa delle enormi dimensioni del fenomeno e del sottodimensionamento dei corpi di vigilanza preposti.
I pastori ed i coloni stanziali usano allevare dei cani randagi utilizzati prevalentemente per tenere in ordine le mandrie di buoi o i greggi di pecore al pascolo, ma anche per attività di "vigilanza notturna" sia per lo stesso gregge che per la difesa di casolari isolati.
I cani così vengono tenuti in promiscuità, senza la opportuna profilassi e senza il rispetto delle norme igienico-sanitarie: quasi mai vengono vaccinati, né tantomeno microcippati e/o anagrafati. Non vengono sterilizzati.
Il risultato è che molto spesso gli animali sono portatori di malattie contagiose ed in questi luoghi sporchi e fatiscenti, avendo la opportunità di accoppiarsi indiscriminatamente, si riproducono a dismisura alimentando quel fenomeno del randagismo che, invece, gli animalisti cercano di contenere nelle città con la pratica delle sterilizzazioni, appunto.
Ancora una volta però si è dovuto ricorrere alle strutture private per trasferire i cani malcapitati. Purtroppo le strutture comunali, gestite prevalentemente da associazioni animaliste, avendo da tempo superato la capienza consentita dalla legge regionale di 200 unità, non sono in condizioni di poter accogliere nuovi arrivi, anche in situazioni di emergenza come questa.
Ma c'è da riflettere: anche i canili privati scoppiano di cani fino all'inverosimile.
In conclusione, sarebbe opportuno che "donne e uomini pii" abbandonassero la pratica di raccogliere cani in strutture improvvisate e abusive, lasciando l'incarico alle istituzioni preposte, magari denunciando alle forze dell'ordine - possibilmente senza l'anonimato - i casi di abbandono e maltrattamenti.
Le istituzioni hanno il precipuo dovere di vigilare, monitorare e censire la popolazione canina, nelle città, nelle campagne e specialmente nelle masserie e casolari di coloni stanziali e di punire coloro che non rispettano le vigenti leggi.
Il fenomeno del randagismo può però essere contenuto a condizione che i Comuni e le A.S.L., in sinergia, investano nelle sterilizzazioni di tutte le cagne, anche di proprietà.
Marta Pierro
domenica 30 agosto 2009
“SENSIBILITA’ CHE SI FA SENTIRE: SIAMO SULLA STRADA GIUSTA” (Prof. Costantini)
Il concerto di collaborazioni tra Università, Osservatorio, Regione e LIPU ha lo scopo di reintrodurre la fauna autoctona sul territorio. Questo intento ha aperto la strada anche alla ricerca. Specie di “nicchia” come balestrucci, passeri o rondoni adesso hanno la possibilità di essere oggetto di studi più approfonditi, mirati a elaborare nuove metodologie sia da un punto di vista diagnostico che di tecniche di reimmmissione sul territorio. Un balestruccio è stato da poco liberato proprio al fine di sperimentare nuove tecniche di rilascio.
Il prof. Costantini ci spiega che è molto importante, per esempio, che i nidiacei non si abituino all’uomo mentre vengono assistiti dagli stessi operatori perché una volta reinseriti nel territorio conservino la loro “selvaticità” e si integrino alla perfezione con i loro simili, che non hanno mai avuto contatti con l’uomo. Così vengono assistiti con diverse tecniche volte a tutelare l’integrità etologica della specie: direct fostering, cross fostering e hacking.
Grazie a tutto questo da febbraio 2009 ad oggi sono stati rilasciati centinaia di uccelli tra cui anche un fenicottero (rilasciato presso Manfredonia), un riccio e un’istrice nel territorio compreso tra Altamura, Gravina e nei pressi del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Si è assistito a un aumento di areali, cioè, non solo la densità avicola sta aumentando, ma si sta diffondendo anche su territori in precedenza poco frequentati.
Si cerca anche di attuare attività di sensibilizzazione in direzione della tutela faunistica, non solo perché è giusto così ma anche perché è bene che tutti, e specie i bambini, sappiano che uomo e animali possono trarre benefici reciproci da una convivenza naturale e rispettosa: per fare un esempio, i grillai mangiano le cavallette, contribuendo in maniera significativa al controllo di questa specie infestante per l’uomo, mentre da parte sua, la Regione Puglia ha bandito il ricorso a pesticidi per cavallette perché dannosi per tante altre specie. E’ bene dunque scacciare credenze superstiziose senza fondamento che colpiscono in particolare i rapaci notturni, che oltre ad essere simpaticissimi, sono utili – come detto prima – a tenere sotto controllo la popolazione di specie infestanti, topi compresi.
Il Dott. Giglio – L.I.P.U. ci dice entusiasta che la sensibilità verso gli animali è in crescita, ed è tangibile. Ci sono persone che hanno percorso 150 km per portare al centro di Bitetto un rondone.
I volontari sono la linfa vitale delle attività di questo genere. Per chiunque voglia dare una mano – perché gli operatori, le guardie ecozoofile sono instancabili, ma il lavoro è tanto e chiunque può contribuire con la propria disponibilità – può contattare la L.I.P.U. che coordina le varie attività e spesso fa da tramite per il recupero dei volatili. Infatti bisognerebbe portare personalmente all’osservatorio gli animali in difficoltà, oppure dovrebbe occuparsene la polizia municipale. Quando questo non è stato possibile la L.I.P.U. si è preoccupata di far pervenire gli animali a Bitetto. Il numero dell’Osservatorio è 0809920283.
Insomma, sta pian piano succedendo quello che augurava Lucio Dalla in “L’anno che verrà” “….anche gli uccelli faranno ritorno”: speriamo che tutti gli esseri viventi e la natura godano sempre più del rispetto e dell’attenzione che meritano.
Ina Macina
lunedì 17 agosto 2009
Maya libera!
16.08.09
Carissimi amici di Maya,
siamo felicissimi di potervi comunicare che la nostra MAYA è in libertà !
Il sindaco ha firmato la richiesta di adozione da parte della Lega Nazionale per
la difesa del cane, supportata da 700 vostre firme, e pertanto Maya è divenuta
cane collettivo sotto la responsabilità della nostra Associazione.
E’ stato lungo e faticoso, credo che tirare fuori dalla galera un condannato
all’ergastolo sarebbe stato più facile, ma avevamo deciso che ci saremmo
riusciti e così è stato, la giustizia e l’amore per una volta hanno trionfato.
Adesso la nostra amica, se lo vorrà, potrà tornare a correre per Molfetta,
ritrovare i suoi compagni di branco a quattro…….e due zampe !
Io personalmente e tutti i volontari dobbiamo però rivolgere una preghiera a
tutti coloro che accudivano la nostra amica, per il suo bene e per rispetto nei
riguardi di chi adottandola si farà carico della responsabilità civile e penale
del comportamento della “ birbantella ” facciamo in modo che Maya non disturbi
nessuno, cerchiamo di ripulire dopo averle dato da mangiare e da bere, magari
facendolo in orari e in luoghi poco movimentati, insomma evitiamo che chi già
una volta ha voluto farle del male lo faccia ancora tornando a raccontare
sporche bugie sul suo comportamento aggressivo e pericoloso, se le vogliamo
veramente bene aiutiamola ad essere accettata da tutti.
Sono certa che il Buon Dio, nonostante qualcuno dei suoi…….ministri in terra,
ci e la aiuterà ad essere felice ed a restituirle la gioia e la serenità che le
era stata brutalmente rubata.
Perdonaci Maya se tanto tempo è passato, perdona chi non ti ama perché non
conosce l’amore e la pietà per tutti gli esseri del creato, perdona anche in
anticipo chi riderà di te e di noi leggendo queste righe ai quali non
risponderemo, e sii felice noi veglieremo su di te.
Ti vogliamo bene Maya
Il Presidente e tutti i Volontari della
Lega Nazionale per la difesa del cane sezione di Molfetta
mercoledì 5 agosto 2009
Una tipica giornata d'amore
Oggi è stata la giornata più calda dall'inizio di questa estate, ma non solo per noi, anche per i nostri amici a quattro zampe.
Squilla il telefono e pensi che sia qualcuno che ha deciso di adottare colui che diventerà il suo migliore amico, e invece senti che sono arrivati altri cani al Rifugio di Valenzano e che hanno bisogno di una casa.
Così noi dello staff della Lega del Cane raggiungiamo il Rifugio per fare delle foto che possano fare innamorare la gente di loro. Prima di fare le foto assistiamo alla pulizia del rifugio da parte di volontari straordinari ed anche ad una bella rinfrescata ai cani che mai come oggi sono stati così felici di stare sotto l'acqua.
All'improvviso inizia il concerto a suon di abbai dei cani, sinonimo dell'arrivo di qualcuno, e infatti suona il campanello. Vediamo entrare una famiglia di Taranto (padre, madre e due sorelle) che ci confermano la loro volontà di voler adottare un cane. Ma non un cane qualsiasi: un cane che magari è stato ancor più sfortunato degli altri.
Non passa molto tempo che vedono un meraviglioso mezzo bracco senza una gamba: Sara.
Decidono subito che Sara entrerà a far parte della loro famiglia. E' stato davvero emozionante vedere con quanto amore questa famiglia ha accolto subito Sara. Mentre una delle due sorelle compilava contenta il modulo di adozione, gli occhi dell'infaticabile Emma Melica (responsabile del Rifugio di Valenzano) nascondevano un velo di tristezza, che è stato subito compensato dalla gioia di aver trovato una casa anche a Sara.
Con la speranza che questa storia possa ripetersi, vi invitiamo a visitare la gallery della sezione di Valenzano, dove troverete le foto degli altri cani, ma soprattutto dei cuccioli che hanno bisogno al più presto di una famiglia come quella di Taranto.
Cecilia Pepe
martedì 21 luglio 2009
Denunciati torturatori di animali
E’ di pochi giorni fa la scoperta di una vera e propria casa degli orrori a Colle Umberto, nel trevigiano, dove una donna teneva ammassati cani e gatti di razza e animali selvatici al solo scopo di farli riprodurre per lucrarci sopra. Per rivendere poi i cuccioli di esemplari di razze ricercate e di animali particolari come i cincillà, la donna stipava le povere bestie rinchiuse in gabbie accatastate una sull’altra, in condizioni igieniche indecenti, circondati da topi e parassiti. La scena era pressoché agghiacciante, con cani e gatti abbandonati tra le loro feci , ammalati o colpiti da infezioni, spesso denutriti. In seguito a numerose segnalazioni di privati e di associazioni animaliste la “secondina” di animali è stata denunciata dalla Polizia Municipale di Colle Umberto ed in seguito la procura di Treviso ha disposto il sequestro di tutti i detenuti ancora vivi (cani, gatti, calopsiti, cincillà, furetti e altri animali esotoci).
Sempre recentissimo è un altro caso in cui l’intervento della magistratura ha permesso il sequestro per maltrattamenti di una stalla a Sant’Anna d’Alfaedo, in provincia di Verona. Qui un‘asina, un cavallo, tre cani e ben cinque cinghiali sono stati sequestrati dal corpo forestale su disposizione del giudice delle indagini preliminari Taramelli, così come richiesto dal pm Vallerin. Il tutto è partito grazie ancora alla denuncia della Lega antivivisezione di Verona, che ha ottenuto la custodia degli animali, presentata un mese prima, portando sotto inchiesta il proprietario dell’immobile. In questo caso gli animali erano costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie molto carenti, al buio per buona parte dell’anno e in spazi angusti, con poca acqua putrida e cibo scadente. Basti pensare che i cani venivano alimentati con pasta cruda scaduta, gettata da una finestra all’interno del capannone dove erano rinchiusi, costretti su di un tappeto di escrementi.
Queste storie di orrore quotidiano potrebbero finire anche grazie alle innovazioni introdotte dalla legge del 2004 che fa evolvere il concetto di tutela degli animali, estendendone la protezione al trasporto, alla detenzione in condizioni inadeguate o all’incuria e al maltrattamento di animali da reddito. Quindi reati penalmente perseguibili che non necessitano della volontà di infliggere sofferenza, ma nei quali è sufficiente l’ incuria, l’insensibilità nei confronti di altri esseri viventi.
Comunque come sottolinea l’avvocato Cosimo Martino, referente della delegazione di Conversano della Lega Nazionale per la difesa del cane, “Sicuramente la legge 189 del 20 luglio 2004 rappresenta un enorme progresso sulla via del riconoscimento e della tutela dei diritti degli animali, anche se, ancora oggi, sotto il profilo propriamente normativo, non può parlarsi di diritti attribuiti agli animali in quanto soggetti; la loro tutela viene assicurata attraverso la difesa di altri valori e interessi riconducibili alla sfera umana, come appunto “il sentimento per gli animali”. L’attuale legislazione italiana, comunque, rappresenta uno strumento decisivo per la repressione di condotte criminose poste in essere in danno degli animali e che in passato erano ridotte a reati contravvenzionali o a circostanze aggravanti.”
“Ora”, aggiunge ancora l’avvocato dispensando qualche consiglio pratico, “perché la legge possa funzionare, è importante che tutti, istituzioni, associazioni di volontariato e cittadini facciano ciascuno la propria parte. Denunciare gli episodi di maltrattamenti o di uccisioni di animali, di cui si viene a conoscenza contribuisce ad evidenziare il disvalore giuridico e morale di tali condotte. I delitti contro il sentimento per gli animali sono procedibili d’ufficio, i privati cittadini, quindi, possono proporre denuncia di reato ai sensi dell’art. 333 c.p.p.; anche una denuncia contro ignoti, purché contenga una esposizione/descrizione dei fatti il più possibile rispondente ai dati reali di cui il cittadino è venuto, direttamente, a conoscenza e quindi sia priva di interpretazioni o suggestioni personali, può costituire, in alcuni casi, un input per ulteriori indagini. Nelle province in cui sono già presenti le guardie giurate zoofile, consiglio di rivolgersi con serenità ad esse, in quanto pubblici ufficiali e, quindi, competenti a ricevere denunce e segnalazioni relative ai delitti contro gli animali.”
Claudio D’Arconte
martedì 14 luglio 2009
Piccoli ecomostri sotto casa
sul territorio pericolosamente e in maniera innaturale, perciò includerei sotto questa definizione anche i rifiuti ingombranti e/o inquinanti che abbondano
praticamente ovunque.
Poichè non è raro avvistare frigoriferi, materiale edile, divani, pc per le strade di campagna, per le strade secondarie ma - attenzione - anche nel cuore dei centri abitati, spesso mi domando dov'è finito lo spirito ambientalista che tripudiava per l'abbattimento di "Punta Perotti". Se si è ambientalisti un giorno
è bene esserlo tutti i giorni e per tutti i tipi di cause.
La pratica incivile di abbandonare rifiuti indiscriminatamente è odiosa per tante ragioni. In primo luogo, è dannosa per la salute umana. In secondo
luogo, è una minaccia per la salute di moltissimi animali, anche domestici. Infatti, l'abbandono di un frigorifero o di un televisore in campagna implica
l'avvelenamento del suolo circostante, spesso coltivato. E' un serio pericolo per gli utenti della strada, è una minaccia per i cani, per gli uccelli, per tutti gli animali in cerca di cibo ma anche per le pecore che spesso pascolano in prossimità di queste piccole discariche.
Possono inquinare le falde acquifere con tutte le conseguenze che ciò comporta.
Non da meno, posso prendere fuoco con risultati drammatici, come tristemente ha dimostrato la vicenda delle cagnoline di Bitonto...
In città una porta di vetro abbandonata nelle vicinanze di un bidone è un rischio non indifferente per un
un bambino che ci cammina vicino, come per le zampette dell'amatissimo cane di casa. Spesso si abbandonano mobili in sfacelo, con fasciame appuntito sporgente:vi sentireste tranquilli a camminare su questo vero e proprio campo minato??
Dal punto di vista estetico, poi, è chiaro che l'immagine del territorio viene seriamente compromessa da questi tristi spettacoli, che inoltre fanno percepire
la cittadinanza stessa come incivile.
Senza toccare per il momento il discorso dei tantissimi rifiuti riciclabili che non vengono differenziati in casa e che quindi si accalcano nei bidoni e nei dintorni, due sono le tipologie più pericolose dei rifiuti impropriamente abbandonati: quelli ingombranti e quelli inquinanti. I primi, come dice il termine stesso, sono quelli che occupano più spazio come i mobili; i secondi possono essere anche di piccole dimensioni ma sono delle vere e proprie bombe ecologiche.
A volte le due categorie si ritrovano nello stesso rifiuto, e torno a citare i frigoriferi, velenosissimi.
La disinformazione è una delle cause di questa cattiva abitudine. Pochi infatti sanno che ci sono dei servizi gratuiti per lo smaltimento di rifiuti, ma se leggete le indicazioni sui bidondi troverete i recapiti telefonici delle aziende che svolgono questo servizio. Posso dare diretta testimonianza dell'efficienza del servizio (perchè è falso che le cose non funzionano proprio mai), e comunque in caso di disservizio è possibile fare reclamo.
E' vero che i servizi per i cittadini vanno potenziati, ma è anche vero che spesso noi cittadini non sappiamo fare un corretto uso di quelli già esistenti.
Per determinati casi, poi, c'è un'alternativa che è il riutilizzo. Esistono centri di raccolta che selezionano determinate tipologie di oggetti - ovviamente ancora in buono stato - per destinarli, ad esempio, a famiglie in difficoltà. Sarebbe un modo di vivere più ecologico, ed è anche una buona occasione per donare qualcosa a qualcuno: ciò che a uno non serve più può essere motivo di sollievo per un altro, e non c'è niente di cui vergognarsi.
Ina Macina
Via i sigilli da Cicerale, gli animalisti protestano
Kaput le associazioni, kaput il ministero, Kaput tutti i cani.
Ecco quello che da oggi sarà il futuro dell’ANIMALISMO ITALIANO !!!!!
Via i sigilli da Cicerale, fine del sequestro, tutto torna come prima, amici non è successo niente ci siamo sbagliati, li dentro nell’ OASI, come giustamente l’ha chiamata il sig. Cafasso, non è successo mai niente, mai cani affamati, mai maltrattamenti, mai cani inceneriti vivi, assolutamente niente di tutto questo, menzogne, cattiverie gratuite.
Il sig. Cafasso, ottima persona, che fino ad ora ha garantito a ben 96 comuni l’incolumità pubblica e da solo ha risolto il problema del randagismo di altrettanti esimii signori Sindaci, da oggi riprende la sua benemerita attività con la certezza di essere nel giusto meritatamente ribilitato dopo tante calunnie.
D’altra parte come si può non essere concordi se queste sono le conclusioni della ASL Salerno 3, della Procura di Vallo della Lucania, e di ben 96 Signori Sindaci???? Se lo Stato in tutte le sue articolazioni : Sanità, Giustizia, Pubblica Amministrazione ha concluso che quattro pazzi di Animalisti avevano, come al solito raccontato balle, delirato, avuto visioni.
Torniamocene a casa, anzi per la verità dovremmo sciogliere le nostre benemerite Associazioni, fare fagotto e tornare al paesello… perché scusate ma a cosa serviamo, ma dove pensiamo di andare ancora a farci prendere a palate di cacca in faccia ????????
Dovete spiegarci a cosa serve riscrivere la 281, se già l’attuale è quotidianamente disattesa, a cosa serve continuare produrre un numero esorbitante di LEGGI, DECRETI, CIRCOLARI, ORDINANZE, se non gliene importa un fico secco a nessuno ?
In Italia ai cani si può fare quello che si vuole : ammazzarli a bastonate, bruciarli vivi, avvelenarli, torturarli, abbandonarli…….e chi più ne ha più ne metta, sbizzarritevi pure tanto nessuno vi punirà mai statene certi.
I fatti parlano chiaro : i cani di Rieti sono ancora lì nelle mani dei loro aguzzini a morire di stenti e di malattie, quelli di Cicerale……anche, e l’elenco dei canili lager si arricchisce da nord a sud ogni giorno di nuovi adepti, forza c’è posto per tutti, abbiamo in questa nostra bella vergognosa Italia inventato un sistema rapido e sicuro per arricchirsi, è come vincere il superenalotto, anzi meglio, perché con i cani non c’è bisogno neanche della dea fortuna, è vincita certa, di randagi ce ne sono per tutti, soldi sicuri e senza fatica !!!
Cicerale doveva essere l’inizio di una nuova era per l’animalismo, era il simbolo del male, la vergogna delle vergogne da 20 anni, ora che le speranze di un futuro dignitoso per i nostri cani si sono spente, ora che tutti i Cafasso d’Italia rideranno di noi e faranno ancora carne da macello di tante povere creature, noi speriamo che chi poteva e doveva fare abbia per sempre sogni popolati da incubi, ululati di creature straziate dal dolore che urlano la loro disperazione a chi ancora una volta li ha traditi, noi speriamo che una giustizia Superiore, che non è di questa terra, punisca chi non ha fatto e doveva e poteva fare, noi speriamo che il rimorso per non aver visto quello che si doveva vedere e non si è visto, alberghi per l’eternità nel cuore dei colpevoli di tanta sofferenza.
Qualcuno dovrà spiegarci perché tutto questo, e se mai avrà il coraggio di farlo, dovrà dirci fin dove arrivano le convivenze, le collusioni, il potere della malavita, ma dovrà farlo guardando negli occhi ogni cane di Cicerale mentre scheletro agonizzante nel fango chiede pietà prima di essere gettato vivo in un inceneritore per 70 euro.
Lega Nazionale per la difesa del Cane – Coordinamento Regione Puglia
domenica 12 luglio 2009
Ancora sul condominio : animali d’affezione e uso delle parti comuni
Relativamente all’ uso e al godimento, nell’ambito dei condomini, degli spazi di proprietà comune l’articolo 1102 del Codice Civile statuisce che “ Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il miglior godimento della cosa.
Il partecipante non può estendere il suo diritto sulla cosa comune in danno degli altri partecipanti, se non compie atti idonei a mutare il titolo del suo possesso”.
L’uso della cosa comune da parte di ciascun partecipante, quindi, è sottoposto dall’art. 1102 cod. civ. a due limiti fondamentali, consistenti nel divieto di alterare la destinazione della cosa comune e nel divieto di impedire agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto.
Con riguardo all’uso delle parti comuni, come per esempio l’ascensore, e ad eventuali limitazioni
poste a carico dei detentori di animali, va detto che nell’ipotesi in cui non vi sia alcun regolamento condominiale di natura contrattuale contenente un divieto di detenzione di animali, qualsiasi limitazione in merito è da ritenersi assolutamente illegittima. In assenza di tale regolamento, il condomino detentore dell’animale potrebbe adire l’autorità giudiziaria “per vedere accertata e dichiarata la nullità della norma regolamentare in questione poiché contraria a norme imperative
( art. 1102 c.c. )”. Va ribadito che il nostro amico a quattro zampe deve essere “gestito” in maniera tale da non arrecare seri disturbi alla vita quotidiana degli altri condomini. Sarà sufficiente osservare alcune semplici regole di prudenza che sono sostanzialmente richiamate anche dalla recente Ordinanza Martini.
All’interno di spazi condominiali come l’ascensore, le scale o i giardini comuni sarà opportuno evitare che l’animale sporchi o venga lasciato libero ed incustodito; è sempre consigliabile, oltre che imposto dalla recente Ordinanza ministeriale, tenere il cane al guinzaglio, avendo nella propria disponibilità una museruola da applicare all’occorrenza al nostro amico.
Ritengo che osservare tali semplici regole di prudenza e igiene che, sostanzialmente, valgono per i detentori di qualsiasi animale d’affezione consenta di evitare l’insorgere di inutili liti e di non offrire il destro a proteste da parte di coloro, e sono ancora tanti, che nutrono pregiudizi rispetto alla presenza di animali in condominio. Secondo la Cassazione Civile infatti, “ In tema di condominio negli edifici, il diritto di cui è titolare ciascun condomino di usare e godere delle cose di proprietà comune a suo piacimento trova limite nel pari diritto di uso e di godimento degli altri condomini. Pertanto, l’usare degli spazi comuni di un edificio in condominio facendovi circolare liberamente il proprio cane senza le cautele richieste dall’ordinario criterio di prudenza può costituire una limitazione non consentita del pari diritto che gli altri condomini hanno sui medesimi spazi, se risulti che la mancata adozione delle suddette cautele impedisce loro di usare e godere liberamente di tali spazi comuni”.
Con riguardo, in particolare, all’uso dell’ascensore condominiale, va sottolineato, peraltro, che in rari casi la Suprema Corte ne ha ritenute legittime le limitazioni imposte dall’assemblea condominiale con il quorum previsto dal secondo comma dell’art. 1136 c.c.; sostanzialmente, in quei casi di oggettivo rischio di compromissione della conservazione dell’impianto o di reale ostacolo all’uso da parte degli altri condomini.
A Tutti Cordiali Saluti
Avv. Cosimo Martino
Tragedia a Bitonto: cucciolo bruciato vivo
Mercoledì pomeriggio 1 Luglio, 3 cuccioli sono stati abbandonati nel mezzo di una discarica di materiali vari. Nella speranza di trovare una sistemazione migliore --considerata la mancanza in loco di strutture che potessero accoglierli ( il canile di Bitonto è perennemente saturo!) dei cittadini volontari hanno costruito una cuccia nella campagna adiacente. Ma si vede che il destino almeno per uno di loro era già segnato. Qualche giorno fa quando i volontari si sono recati sul posto per accudirli si sono trovate di fronte ad uno spettacolo agghiacciante. Era stato BRUCIATO tutto .....ANCHE UNO DI LORO ...la più timida e paurosa che ha trovato la morte, non sappiamo se intenzionalmente o no, era sotto il divano dove l'avevano trovata la prima volta. I volontari sono sconvolti dalla tragedia accaduta per l’atroce morte occorsa alla piccola creatura senza che nessuno potesse aiutarla!
Tutto ciò è insostenibile e straziante anche solo immaginare la scena. Le altre due cucciolette per fortuna sono riuscite a scappare. Sono state ritrovate dopo un'ora di ricerca nascoste nell'incavo di un albero… erano terrorizzate!
Adesso è importante trovare una sistemazione per le due superstiti:
CERCHIAMO DI TROVARE LORO UNA FAMIGLIA CHE LE ACCOLGA E FACCIA DIMENTICARE LORO L'ORRORE VISSUTO!!! L’ideale sarebbe qualcuno che le prendesse insieme visto che ormai vivono in simbiosi.
Purtroppo, secondo i volontari questo non è un caso isolato, ma la norma... e chissà quanti ne muoiono senza che si sappia della loro esistenza !! I volontari sottolineano una situazione di forte disagio come spiegano: “Infatti ogni volta che qualsiasi cittadino di Bitonto trovi dei cuccioli abbandonati si sente rispondere dalla Polizia municipale o dalla cooperativa che gestisce il canile, di riportarli dove li si è trovati- perché loro non hanno posto- ovvero per la strada, accanto ai bidoni, nelle campagne sperdute, o nelle discariche come è avvenuto per i cuccioli in questione.
Stesso problema quando ci si imbatte in cani feriti. In primo luogo ci si deve augurare che non si facciano male né di sabato, né di domenica e, negli altri giorni, che scelgano l’orario giusto…perché, in caso contrario, anche le attese di ore nella speranza che intervenga chi è preposto alle emergenze, sono vane. In secondo luogo bisogna augurarsi di non essere nella lista nera redatta dai su citati responsabili del randagismo, ovvero tra coloro che sconsideratamente ed impunemente osano infastidirli con segnalazioni di emergenze riguardanti i cani. In terzo luogo deve trattarsi di cani che non siano accuditi da nessuno, ovvero che muoiano di fame e di sete, perché in caso contrario diventano cani della persona che li accudisce e non del comune. Tutto ciò è estremamente vergognoso. Ed è una storia che va avanti da anni e di cui, se necessario, possono dare testimonianza tanti miei concittadini! Se il problema è che il canile è saturo ( già da Settembre dell’anno scorso era previsto un ampliamento che non è stato ancora iniziato), allora il comune dovrebbe trovare una soluzione alternativa (che non vuol dire trasferire i cani in canili di altri paesi), predisponendo in loco rifugi o altre strutture che consentano di tamponare le situazioni di emergenza. È il caso di chiarire una volta per tutte di chi siano responsabilità e oneri. I cittadini devono sapere dove andare e a chi rivolgersi quando trovano cani feriti o cuccioli abbandonati ed evitare così di essere impotenti spettatori di questa squallida realtà”.
Concludono con un invito i volontari della città di Bitonto:
Vi invito a protestare contro questa situazione, inviando un’ e-mail al comune di Bitonto.
LE IMMAGINI CHE RACCONTANO LA TRAGEDIA:
http://www.legadelcanepuglia.org/home/index.php?option=com_morfeoshow&task=view&gallery=14&Itemid=54〈=it
giovedì 25 giugno 2009
Il rifugio di Bitetto: una realtà tra speranza e vandalismo
Bitetto, 23 giugno – Una storia d’amore e d’impegno che dura da più di dieci anni per i volontari della Lega Nazionale del Cane di Bitetto, abituati ad affrontare quotidianamente i limiti di una mentalità forse ancora poco sensibile alla tematica ambientale ed animalista.
Rappresentante del direttivo regionale, Rodolfo Frassanito, non si è demoralizzato nel corso degli anni malgrado una diminuzione fisiologica (frutto delle notevoli difficoltà incontrate) del numero dei volontari impegnati per il rifugio di Bitetto. Tuttavia lancia un appello: manutenzione ordinaria e straordinaria necessaria al ripristino del canile sanitario e ampliamento della struttura. La grande amarezza riguarda la possibilità, finora negata, di poter sfruttare la già esistente ed attrezzata infermeria caduta in stato di semi-abbandono ufficialmente per carenza di fondi. A complicare la situazione i periodici furti di tubature, reti metalliche dai box sanitari e persino acqua e le ciotole dei cani. Il bottino dei furfanti include anche il generatore elettrico e le tettoie utilizzate per ombreggiare i box. Bisogna tener conto, poi, che la struttura risale alla fine degli anni ’90 (circa 12 anni fa) e necessita di alcuni importanti interventi di ristrutturazione sulle aree perimetrali e su alcuni muri interessati da vistose e pericolose crepe che minacciano la sicurezza del rifugio. Al danno la beffa: il rifugio è anche vittima di atti vandalici perpetrati dai soliti ignoti che lanciano bottiglie di vetro sulle cucce dei cani rischiando di ferire loro e chi se ne prende cura.Amorevolmente i volontari si occupano già di trenta cani (il numero massimo di posti disponibili) la cui età media coincide con quella della struttura a dimostrazione di come la volontà e la serietà di un piccolo gruppo di persone possa essere così preziosa ed efficiente. L’urgenza attuale quindi è quella di poter ospitare ancora più animali e l’intervento non è poi così impossibile visto che il rifugio occupa la metà di un campo comunale, in passato destinato alla raccolta delle acque reflue, mentre l’altra metà è in stato di totale abbandono.L’indifferenza, i ritardi burocratici, il vandalismo e la scarsa coscienza civica sono le piaghe principali con cui queste donne e questi uomini devono fare i conti, ferite cancerose che ogni giorno possono annullare quanto di buono faticosamente realizzato. L’augurio è che istituzioni e cittadinanza escano dal proprio torpore e garantiscano il diritto ad una vita dignitosa anche per gli animali.
Ina Macina
Marta Pierro
Pet-food: conservanti sintetici per solleticare l’appetito
Bari, 13 giugno – Risalgono agli anni ’90 i primi scandali alimentari legati al settore dell’allevamento, a partire dalla “mucca pazza”, passando per “l’influenza aviaria” e concludendosi con la più recente “febbre suina”, nessuna specie da allevamento è riuscita a sottrarsi ad epidemie causate da un utilizzo scorretto di mangimi la cui composizione, anche per gli animali erbivori, conteneva farine di carni.
Lo stesso discorso deve essere fatto per cani e gatti. Negli ultimi anni, veterinari olistici e nutrizionisti per animali hanno concluso che molti dei problemi di salute di oggi, dalle allergie al cancro, persino problemi comportamentali, possono trarre la loro origine da una alimentazione povera e sbagliata.
Dai dati contenuti nel libro Fido non si fida, come difendersi da scatoletta pazza redatto da Stefano Apuzzo emerge che, sebbene le farine di carne sono tra le principali indiziate della diffusione del morbo di BSE ( “mucca pazza”) e furono vietate nel 1994 per l’alimentazione dei ruminanti, continuano ad essere impiegate oggi negli alimenti di polli, conigli, maiali, pesci e costituiscono uno degli ingredienti dei pet-food.
Per di più, i mangimi industriali per cani e gatti contengono coloranti, additivi, antiossidanti e conservanti che, pur consentiti dall’Unione Europea, sono dannosi alla salute degli animali.
Un cane di peso e taglia medio/grande, sui 30 chili, può arrivare ad ingerire con la sua dieta circa 6 chili di additivi chimici l’anno. A scandalizzare il fatto che l’aggiunta di questi additivi non è indispensabile, serve solo a migliorare il gusto, la stabilità, le caratteristiche e l’aspetto del cibo in modo da commercializzarlo meglio. Gli emulsionanti evitano che l’acqua ed il grasso si separino, gli antiossidanti impediscono al grasso di diventare rancido, e i colori e i sapori artificiali rendono il prodotto più attraente per i consumatori o più appetibile per i quattro zampe.
Tra i conservanti sintetici quelli più diffusi e pericolosi sono: l’etossi-diidro-trimetilchinolina, l’idrossianisolo butilato e l’idrossitoluene butilato.
L’ingestione di queste sostanze può causare agli animali cancro ai reni, alla vescica ed allo stomaco e disfunzioni al fegato ed ai reni, tanto da essere vietate nella maggior parte dei paesi europei.
Molti produttori di pet-food statunitensi però continuano ad utilizzarle come conservanti nei cibi. La legge americana consente di aggiungere ai mangimi i conservanti e di non riportarli in etichetta: i produttori, infatti, sono tenuti ad elencare solo ciò che essi stessi mettono nel mangime, ma se acquistano un ingrediente da un fornitore che ha già provveduto all’aggiunta non sono tenuti a farlo.
Inutile sottolineare che in questo modo le multinazionali riescono ad arrivare con i loro prodotti in maniera legale anche sul vecchio continente, con “etichette-truffa” che garantiscono dell’affidabilità del prodotto mentre cani e gatti si leccano i baffi scodinzolanti.
Marta Pierro
Ancora avvelenamenti e atrocità in tutta Italia
Ancor più grave la strage verificatasi al canile comunale di Bagnaia, nel viterbese, dove circa una settimana fa, con l’avvelenamento di una giovane femmina di Pastore Alsaziano, si è giunti a quota sessanta deceduti. Per tutti stessa fine tra atroci sofferenze, come testimoniano i referti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, che rilevano come le sostanze siano sempre le stesse, ovvero fosfuro di zinco, metaldeide e endosulfan/alfa. L’amministrazione comunale a cui la magistratura ha affidato il canile non prende posizione, neanche costituendosi parte civile contro questo massacro, come fanno notare gli animalisti di Amici Animali Onlus, che seguono e conoscono uno per uno queste povere bestie.
Tornando nella nostra puglia dobbiamo testimoniare dell’agghiacciante scoperta di Torre Santa Susanna, dei recentissimi ritrovamenti nel centro cittadino di carogne di cani ferocemente uccisi dalla mano dell’uomo, ma in questo caso a cuasa di violente sassate. Vere e proprie esecuzioni che lasciano il povero corpo della vittima esanime, con la testa fracassata, in un lago di sangue. I carabinieri hanno attivato accurate indagini tese a scoprire gli autori di questi atti di gratuita feroce violenza. L’allarme e la preoccupazione nella popolazione locale intanto cresce, facendo scemare l’effettiva collaborazione con le forze dell’ordine. Il dubbio, infatti, che tiene tutte le bocche cucite, secondo alcune voci, è quello che nelle ore notturne vi siano coppie di giovani a bordo di motorini, con tanto di casco per rendersi irriconoscibili, che praticano il macabro sport del tiro a segno in corsa. A difesa dei poveri cani malcapitati si stanno però muovendo alcune associazioni animaliste, avviando turni di ronde anonime per le strade cittadine e nelle periferie del paese.
“Randagi vittime sacrificali, troppo esposti alle perverse crudeltà di uomini sempre più malvagi” commenta Mimmo Passaro, Coordinatore della Regione Puglia della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, “le segnalazioni si moltiplicano quotidianamente in misura tale che, per gli operatori animalisti e protezionisti, non vi è tempo sufficiente per assimilare i fatti..., figuriamoci per riuscire ad intraprendere una qualche azione d'indagine che porti a risultati concreti per provare il reato e scovare il reo delinquente. Molte le omertà da parte dei cittadini denuncianti le atrocità nei confronti degli animali e moltissime le reticenze che rendono impossibile eseguire delle indagini effettivamente funzionali all’ individuazione dei colpevoli per assicurarli alla giustizia.”
Situazioni poco incoraggianti, ma tutte possono essere combattute con una partecipazione civile vigile e attiva, con la nostra forza. Tutti i cittadini possono e devono segnalare questi episodi ed i responsabili in maniera tempestiva “perché questi”, aggiunge Mimmo Passaro, “come i casi di avvelenamento, oltre ad essere degli attentati alla sicurezza pubblica, che vogliono colpire gatti cani o uccelli, sono in realtà un danno, un attentato alla natura tutta, al nostro ambiente”.
Perché il dilagare di questi fenomeni non comprometta il rispetto per la vita, soprattutto per le generazioni future, occorre un’attenta educazione, ma anche la ferma denuncia di ciò che non funziona.
Claudio D’Arconte
Sperimentazione sugli animali per trovare il “sapore” migliore
Bari, 08 giugno - In Europa per nutrire gli animali d'affezione viene speso oltre 1 milione di euro l'anno, negli Usa la spesa annua per il pet food raggiunge gli 11 miliardi. Di certo, le compagnie produttrici non possono lamentarsi dei loro fatturati considerato che la percentuale di crescita annua delle vendite, si aggira, in zona euro, fra il 5 e l'8%.
Il paradosso che anima questo settore merceologico si concretizza nello sperimentare i propri prodotti proprio sui cani e gatti. Scatolette in bella vista con cuccioli e cani scattanti nei supermercati in realtà nascondono la sofferenza di vittime senza padrone che nessuno ha difeso.
In Italia, l’unica azienda ad avere permessi per la ricerca è la Friskies, (aut.Min. n. 508 del 12/12/97) che nei suoi laboratori di Bertiolo, in provincia di Udine, compie esperimenti anche cruenti. E se la normativa (legge 27 gennaio 1992, n.116) nel belpaese ha cercato di tamponare i casi in cui autorizzare le sperimentazione sugli animali al settore farmaceutico, ambientale e medico, le aziende in questione superano le limitazioni legislative (che non consentirebbero le sperimentazioni sugli animali per testarne gli alimenti) importando dagli Stati Uniti (dove solo la Friskies ha altri 2 centri di ricerca), Inghilterra e Francia.
Altro espediente utilizzato dalla Nestlé o la Procter & Gamble, proprietarie dei marchi più famosi e venduti, è quello di commissionare a laboratori esterni la sperimentazione.
Il caso più noto giunto alla cronaca nel lontano 2003 riguarda la Dayton, società che opera per conto della Iams nell’Ohio. Un video realizzato da un responsabile dalla PETA (People for ethical treatment of animals), che era riuscito a lavorare sotto copertura presso questo stabilimento, mostra cani e gatti detenuti in condizioni disumane. Ai primi sono state recise le corde vocali, tutti presentano infezioni a occhi e orecchie, piaghe sul corpo e sulle zampe a causa dei pavimenti a sbarre delle gabbie, minuscole e sporche, su cui sono costretti a mantenersi in equilibrio.
L’inutilità di questi test sugli animali è confermata dalla possibilità di verificare appetibilità e digeribilità tramite indagini di mercato presso campioni di clienti e rifugi per animali randagi.
La Arovit, produttore di cibo per animali reperibile nelle più importanti catene della grande distribuzione, utilizza questo metodo e la casa madre conduce in Danimarca i cosiddetti in home test: 300 possessori di cani e gatti somministrano all’animale un mangime prodotto dalla Arovit ed uno di altra marca, osservano le preferenze dei “quattro zampe” e quindi compilano una scheda di valutazione. Nei programmi della Arovit anche il lancio di una linea biologica.
Il rispetto della vita animale dovrebbe essere la mission di un’azienda che sugli animali basa il proprio mercato e non uno sfruttamento unilaterale.
Marta Pierro
sabato 6 giugno 2009
Campagna di promozione per la sterilizzazione
PER QUANTO POSSA SEMBRARTI INCREDIBILE, E' QUESTO IL NUMERO DI
DISCENDENTI CHE UN GATTO O UN CANE E' IN GRADO DI METTERE IN
CIRCOLAZIONE IN SOLI SEI ANNI ANCHE SE AMI GLI ANIMALI, NON POTRAI
MAI PROVVEDERE A UNA FAMIGLIA COSI' NUMEROSA.
ATTIVATI!
RENDITI UTILE PARTECIPANDO SINGOLARMENTE AD UN SERVIZIO SOCIALE,
NON ASPETTARE CHE SIANO GLI "ALTRI" AD AFFRONTARE IL GIGANTESCO FENOMENO DEL
RANDAGISMO - SPECIALMENTE NEL MEZZOGIORNO D'ITALIA - : FAI STERILIZZARE LA TUA
CAGNA GRAVIDA O SEGNALA UNA CAGNA DA STERILIZZARE AI VETERINARI DELLA A.S.L.
PIU' VICINA, O AD UN VETERINARIO LIBERO PROFESSIONISTA DELLA TUA CITTA' O ALLA
ASSOCIAZIONE ANIMALISTA PIU' PROSSIMA.
con il patrocinio del Comitato di coordinamento LNDC della Regione Puglia
mercoledì 3 giugno 2009
RECRUDESCENZA DELL' ABBANDONO
Con l'inizio dell'estate si verifica immancabilmente una recrudescenza della pratica dell'abbandono del cane, da parte di numerosi proprietari gretti ed ignoranti. La solita maledetta storia che diventa una condanna per l'animale abbandonato e va ad incrementare il numero già notevole di randagi per le città e le campagne.
La fine per il cane è ineluttabile, sarà un lungo calvario: soffrirà prima la sete, poi la fame, poi ne potrà morire per gli stenti. Qualcuno più fortunato sarà raggiunto più presto dalla morte, sarà investito sull'asfalto (talvolta sarà causa anche di gravi incidenti che coinvolgeranno gli umani).Il cane che viene portato lontano dal centro abitato, dopo aver corso tanti chilometri nella vana speranza di raggiungere il padrone "vigliacco", per la prima volta completamente solo, abbandonato a se stesso in un luogo sconosciuto, vagherà senza meta. Poi, ecco i morsi di una fame impietosa che cominciano a dilaniargli i visceri, e di una sete che il sole martellante renderà ancora più insopportabile sul suo corpo sempre più esile e disidratato.Poi nella disperata ricerca di cibo e conforto, troverà l'amara delusione da uomini senza cuore che, spesso impauriti senza motivo, lo scacceranno bastonandolo o lanciandogli delle pietre o sparandogli. Non è raro trovare cani con una zampa maciullata da un colpo di spranga o da una fucilata.Verrà per lui lo sconforto, rassegnato, si accuccerà in uno sperduto angolo e si lascerà morire. Altri concluderanno la loro triste esistenza nello strazio interminabile, dovuto all'ingestione di bocconi avvelenati preparati dalla mente perversa e diabolica che solo i suoi amici "umani" sanno progettare.Infine qualcuno di loro avrà la fortuna di trovare l'anima buona che occasionalmente lo disseterà o gli darà qualcosa per spezzare i morsi della fame, ma immancabilmente incapperà nella segnalazione alle forze dell'ordine del solito cittadino paranoico, che è stato disturbato dalla sua presenza, e si troverà ad essere accalappiato - spesso brutalmente - per finire i suoi giorni in una gabbia.Mi sembra opportuno e doveroso però far sapere a chiunque stia progettando di abbandonare un animale a quali seri problemi va incontro, ai sensi della Legge 20 luglio 2004, n. 189 e specificatamente ai sensi dell'art. 727 del codice penale:
CHIUNQUE ABBANDONA ANIMALI DOMESTICI O CHE ABBIANO ACQUISITO ABITUDINI DELLA CATTIVITA' E' PUNITO CON L'ARRESTO FINO AD UN ANNO O CON L'AMMENDA DA 1.000 A 10.000 EURO.ALLA STESSA PENA SOGGIACE CHIUNQUE DETIENE ANIMALI IN CONDIZIONI INCOMPATIBILI CON LA LORO NATURA, E PRODUTTIVE DI GRANDI SOFFERENZE".
Mimmo Passaro
Coordinatore Regione Puglia della
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
Il triste primato pugliese: maglia nera nella lotta al randagismo
Bari, 03 giugno – Le fonti ufficiali diramate dal Ministero della Salute parlano di una popolazione di randagi composta da 70mila unità in Puglia. I dati in realtà risalgono al 2006 e, considerando che approssimativamente nascono circa 50mila cuccioli ogni anno, di cui mediamente 35mila muoiono prematuramente, i restanti 15.000 vanno ad incrementare quelli liberi e randagi. Questo trend di crescita e le recenti notizie di cronaca non fanno che accrescere nella gente una cinofobia esagerata ed estremizzata. Non mancano, poi, gli speculatori che inventano di essere stati assaliti dai cani o di aver avuto un incidente a causa dei cani per ottenere risarcimenti dalle aziende sanitarie locali e comuni. I due enti, secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, vengono considerati i responsabili davanti al giudice civile (e quindi tenuti al risarcimento) ogni volta che capitano incidenti alle persone causati da cani randagi. L’assessore alla Salute della Regione Puglia, Tommaso Fiore, ha sottolineato come la normativa vigente (legge n. 281/91 14 “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo” ed il suo recepimento da parte della Regione Puglia con la legge regionale n. 12/95 “Interventi per la tutela di animali di affezione e prevenzione del randagismo”) abbia cercato di arginare il fenomeno del randagismo introducendo l’obbligo per ciascun comune di possedere un canile sanitario dove tenere sotto osservazione i randagi temporaneamente ed un rifugio dove invece ospitarli definitivamente. 780 mila euro stanziati che però si sono mostrati subito insufficienti a causa del continuo esaurirsi dei posti disponibili nei rifugi. L’istituzione dell’anagrafe canina, la sterilizzazione chirurgica da parte dei servizi veterinari delle Asl per tutti i randagi presenti sul territorio; il vincolo per le strutture di ricovero sia pubbliche che private di rispettare una capienza massima di 200 posti ed in ultimo, la possibilità dei sindaci di liberare nel territorio i cani catturati dopo aver effettuato gli interventi di sterilizzazione e trattamenti di profilassi, sono stati i passi successivi che la Regione ha tentato per arginare il problema. Il consigliere regionale Carlo Laurora, presidente della Commissione d’indagine sul randagismo, da parte sua sostiene l’urgenza dei Comuni di attuare convenzioni con veterinari professionisti per garantire una pronta risoluzione del problema citando il buon esempio dell’attività svolta dal Comune di Barletta dove in circa quattro anni sono state effettuate 1800 sterilizzazioni grazie ad una incisiva sinergia tra Comune ed Asl. L’intervento del legislatore ha però bisogno di essere supportato dal senso civico della gente ed il timore che l’arrivo dell’estate produca “nuovi randagi” è una triste certezza da combattere.
Marta Pierro
La Battaglia di Cicerale non è finita!
canile di CICERALE, e non si può che essere felici e ringraziare chi ha
determinato questa vittoria di civiltà, ma......le sofferenze di quelle sventurate
creature non sono finite anzi se fosse possibile sono aumentate !!!!
da oltre 20 giorni il sig. cafasso ha licenziato gli operai che li accudivano......non è
stato nominato un tutore giudiziale e pertanto lo stesso cafasso e l'eccellente
asl salerno 3 restano i tutori dei cani superstiti che sono 600 circa, ora
queste creature si comprende che sono abbandonate a se stesse, nessuno si occupa
di loro, non lo facevano in tempi di pace figuriamoci ora, ve lo immaginate
il signore in questione che ogni giorno porta de mangiare e da bere ai suoi
amati cani ora che sa che la festa è finita ???, quel canile non è dotato di
acqua corrente esiste una cisterna che veniva riempita al bisogno, pensate che
qualcuno lo abbia fatto ???le associazioni non possono più entrare da tempo
e quindi nessuno sa cosa succede in quell'inferno, ma immaginarlo è facile.
Non c'è tempo da perdere se si vuole davvero salvare quei cani, bisogna
che la struttura venga affidata ad una associazione che la conduca alla
chiusura definitiva, altrimenti sapete perchè chiuderà perchè i cani moriranno di
fame di sete e perchè si ammazzeranno tra loro e la loro morte sarà lenta estraziante così come è stata la loro vita !!!!
>io ne ho 5 dei cani di quello schifo, li ho portati via di lì più non
potevo fare, e non riesco a non pensare che non ho fatto niente per tanti altri,
non li ho scelti ho chiesto i peggiori i più brutti e malconci, ma mi hanno
dato delle creature stupende ,oggi sono felici e di una dolcezza infinita, ma
le ferite delle torture subite le portano ancora sul corpo e nella mente, lo
sapete che ancora oggi con il cibo che trabocca dalle ciotole litigano per
paura di non riuscire a mangiare ?? Vi prego riflettete a cicerale ci
sono ancora 600 disperati che stanno morendo tra atroci sofferenze.
Mariangela La Volpe
Lega nazionale per la difesa del cane puglia
mercoledì 27 maggio 2009
Bolivia: vietato l’uso degli animali nelle esercitazioni militari
BARI, 26 maggio - Grazie ad una delibera emanata dalle autorità boliviane è frenato il maltrattamento sugli animali da parte dei militari. Tutto nasce da uno sconcertante video, diffuso Associazione americana PETA, dove gli animali venivano mutilati e uccisi nel corso di esercitazioni per l’addestramento militare. L’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) ed altre associazioni sono riuscite, dopo continue richieste e sollecitazioni, a far introdurre il divieto all’uso di animali nel corso delle esercitazioni.
Mimmo Passaro, consigliere per il comitato regionale della Puglia della Lega Nazionale per la Difesa del Cane commenta: “E' davvero mortificante constatare come in America Latina vi siano ancore delle sacche di retrocultura animalista e persistano trattamenti di indifferenza o addirittura odio nei confronti degli animali. – Prosegue – Questo deve fa riflettere su quanto sia indispensabile l'azione continua degli animalisti nel denunciare i fatti e amplificare una pubblica opinione che può incidere nelle coscienze e vincere sui comportamenti crudeli e vigliacchi.”
Alla fine ci si domanda se la scelta della Bolivia sia frutto di una reale presa di coscienza o solo una conseguenza inevitabile per mettere a tacere le loro brutalità. Resta la speranza che brutalità come queste diminuiscano fino a scomparire in tutto il mondo.
Ufficio Stampa Comitato Regionale Puglia – LNDC
Addetto Stampa
Fabio Giacomo Pappagallo
Largo Pettazzoni 42 Roma 00176
ufficiostampalndcpuglia@gmail.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
www.legadelcanepuglia.org
Stricnina per uccidere cani e gatti in Egitto
Continua la mattanza sistematica dei randagi
Si ripete per l’ennesima volta l’abominio perpetrato contro i cani e i gatti in Egitto.
La sovrappopolazione dei randagi viene affrontata dal governo de Il Cairo con un programma di uccisione sistematica in cui viene utilizzata la stricnina per l’abbattimento degli animali causandone una morte estremamente dolorosa.
Già nel settembre 2007 le dichiarazioni rilasciate dal responsabile del servizio veterinario di Giza (l’antica necropoli di Letopolis), Abdullah Badr, circa l’economicità dell’uccisione degli animali rispetto alla sterilizzazione avevano scosso l’opinione pubblica internazionale e dalle note stampa rilasciate da Amina Abaza, direttrice dell'organizzazione egiziana Spare (Society for the protection of Animal Rights in Egypt) fu possibile risalire all'entità del dramma: nella sola zona de Il Cairo furono abbattuti o avvelenati ben 76.000 cani.
In quella occasione la forte reazione di condanna e le numerose proteste da parte di associazioni animaliste di tutto il mondo portarono il presidente egiziano, Hosni Moubarak, a chiedere la sospensione delle uccisioni. Fu siglato un accordo tra le alte autorità governative e le associazioni e il Governo aderì al Programma TNR (Trap, Neutering, Release) ossia cattura, sterilizzazione e rilascio. Inoltre il Marchig Trust, istituto di beneficenza inglese, dopo essere venuto a conoscenza dell’intera vicenda, offrì $100,000 a sostegno del programma TNR, per fare in modo che i cani coinvolti nell’intervento non fossero soltanto quelli della capitale.
A distanza di quasi due anni la situazione sembra essere regredita in maniera preoccupante e le pratiche di sterilizzazione risultano abbandonate per lasciar posto all’avvelenamento.
L’OIPA (International Organization for Animal Protection), che nel 2007 fu tra le associazioni più attive nella sensibilizzazione del governo egiziano, ha promosso una nuova petizione che è possibile sottoscrivere all’indirizzo http://www.oipaitalia.com/randagismo/appelli/giza.html.
É indispensabile un coinvolgimento di tutte le associazioni animaliste per mettere fine a questa barbarie.
Marta Pierro
I nuovi barbari di Canicattì (AG)
Bari - 25 maggio Non c'é più limite alle azioni che l'uomo dei nostri tempi riesce ad attuare sugli animali.
Il cane seviziato ed ucciso il 10 maggio scorso in Sicilia ha un colpevole. E ciò che ha lasciato sgomento sia nelle forze dell’ordine che per tutte le persone dotate di buon senso, è che a commettere lo scempio sia stato un ragazzino di 9 anni!
Il bambino di 9 anni di Canicattì che ha impiccato alla maniglia del portone un cane yorkshire e i suoi due malvagi complici di 13 e 15 anni, che lo hanno filmato con il telefono cellulare, sono dei delinquenti comuni e come tali devono essere trattati dalla giustizia. Nessuna pietà per chi ha manifestamente programmato il “piano” fin nei particolari della ripresa filmata da diffondere, per immortalare il gesto crudele fino all'inverosimile per poi vantarsene.
E' questo il grado di civiltà raggiunto dai nostri figli? Cosa percepiscono i giovani di oggi dal nostro esempio di vita e dai messaggi educativi che diamo loro? E' proprio il caso che noi adulti facciamo un esame di coscienza per capire in cosa abbiamo sbagliato nell'educare i nostri figli.
Questi nuovi barbari, indipendentemente dalla loro età, devono essere puniti in modo esemplare.
Non possiamo essere indifferenti di fronte a tanta malvagità, per puro scopo di divertimento, quando viene programmata un’ esecuzione spietata ai danni una creatura indifesa. Creatura che si fida dell'uomo, che gli resta accanto fedele credendolo suo amico.
La nostra società andrà alla deriva se non poniamo un argine al dilagare della ferocia contro gli essere più indifesi che non hanno neanche la parola per protestare, se le leggi non vengono modificate per poter colpire i piccoli delinquenti che saranno i criminali di domani.
L'ipotesi di aumento della pena trae fondamento dall'antico principio latino antropocentrico: “Saevitia in bruta est tirocinium crudelitatis in homines” (la crudeltà nei riguardi degli animali è scuola di crudeltà nei riguardi degli uomini)e mira a tutelare l'integrità psicologica ed emotiva dei minorenni e a impedire che gli stessi subiscano una educazione che li possa rendere insensibili alle altrui sofferenze.
Seviziare gli animali è inoltre scuola di valori e modelli antisociali che trasmette ideologie violente. Vanno rivisti i metodi di educazione sbagliati e il comportamento nei confronti degli animali e dell'ambiente in genere, che costituiscono il rischio di delinquenza.
Mimmo Passaro
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
Sezione di Francavilla Fontana.
giovedì 21 maggio 2009
Mattatoio mondiale: NO GRAZIE!
Questi i termini che spesso, troppe volte, negli anni hanno accompagnato la parola animali. In televisione, sui giornali, su internet, ovunque, sentiamo parlare di queste atrocità.
Chi non ha mai ricevuto una e-mail in cui si fa riferimento a video dove viene mostrato tutto l’orrore e la crudeltà sugli animali?
Oggi se ne parla quasi con non curanza. La notizia passa tra quella di un matrimonio illustre e quella di un gol spettacolare. Sentiamo spesso nominare la solita nazione come esemplificativa della brutalità. Ma guardiamoci intorno senza andare troppo lontano.
La brutalità non ha confini e basta fare un giro tra i video nella “rete” per rischiare di riconoscere il nostro vicino in atti disdicevoli verso il suo animale.
Cani, gatti, foche, delfini, pollame, ecc, ecc, un elenco che comprende tutte le specie è coinvolto in questa perversione di cattiveria.
Qualcuno vi ha mai chiesto di firmare una petizione? Di non comprare più pellicce? Di donare soldi?
A me l’hanno chiesto e l’ho fatto volentieri, cioè con la volontà convinta di farlo!
Io vi chiedo di più, molto di più. Vi chiedo di educare il mondo perché il suo frastuono assorda le menti. Sono secoli che si sono perse le strade, sono secoli che si perseguono i valori più scabrosi e scellerati e la pochezza dei superstiti di questo mondo può ben poca cosa.
Il mondo grida ricchezza, avidità, bramosia. IL MONDO URLA POTERE.
Ci rendiamo conto che questo che chiamiamo mondo siamo NOI.
Basta col sentirci granelli impercettibili. BASTA!
Reclutano SUPERSTITI. Chi? Le virtù e le qualità, i meriti e le doti ci chiamano!
Il lavoro da svolgere è durissimo: ridurre in frantumi il frastuono e cominciare ad ascoltare un suono nuovo. Non useremo martelli, useremo noi stessi.
Un problema non è più importante di un altro, una barriera non è più solida dell’altra, ma c’è il bisogno di agire. Tu, io, tutti possiamo alleggerire uno sforzo che se restassimo soli non riusciremmo a sostenere.
Giacomo Fabio Pappagallo
GIORNATA NAZIONALE LEGGE 281/91
23 MAGGIO 2009
Corso Umberto altezza Galleria Patrioti Molfettesi del Risorgimento - Molfetta (BA)
contro ogni tipo di maltrattamento e sfruttamento…..
….contro i canili lager gestiti da imprenditori senza scrupoli
contro l’ignoranza, l’indifferenza, l’omertà che uccidono ogni giorno migliaia di animali…
PER CHI NON HA VOCE E SOFFRE IN SILENZIO….
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane sezione di Molfetta
Con le Associazioni :
RAPID DOGS RESCUE - A.P.D.A Torino - Lega Animalista – Amicicani – Chiliamacisegua – Lega
del Cane Reggio Calabria - Associazione Canili Lazio - Freccia45 – OIPA Livorno -EIPA - LIDA
OLBIA – LIDA FIRENZE - ENPA TREVISO - ASSOCIAZIONE TRINAS DE ORO - ASSOCIAZIONE
SHAKTI - ASSOCIAZIONE I GATTI DI MARIA LUIGIA - A.D.L.A - ASSOCIAZIONE ARKE’
Comunica
CHE SCENDERANNO IN OLTRE 20 PIAZZE ITALIANE IL GIORNO 23 MAGGIO 2009
insieme per compiere un opera di sensibilizzazione, di diffusione, di chiarimento e per far
sapere a tutti i cittadini Italiani quali scempi e abusi vengono compiuti ogni giorno con i loro
soldi, distribuendo migliaia di dossier, gratuitamente, e sottoponendo all’attenzione delle
persone una petizione nazionale da inviare alla classe politica .
Siamo fermamente convinti che per combattere il fenomeno del randagismo, dei
maltrattamenti, anche alla luce dei recenti avvenimenti che ci sono stati, è importante che i
cittadini sappiano che esiste una legge, che sappiano come
muoversi e che sappiano quali sono i doveri ai quali non possono esimersi coloro che gesticono
la loro città.
Da troppo tempo ormai la legge è stata tenuta abilmente nascosta, per favorire gli interessi di
persone senza scrupoli e che speculano sulla vita degli animali.
Il nostro compito come associazioni animaliste è sensibilizzare le persone affinché possano nel
loro piccolo contribuire a restituire la dignità che da troppo tempo è stata negata a quelle
povere creature.
Per poter consultare l’elenco delle piazze è possibile andare sul sito :
www.rapiddogsrescue.com
Per info: legadelcanemolfetta@libero.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
I volontari Lega del Cane Molfetta vi aspettano al banchetto in Corso Umberto altezza Galleria Patrioti Molfettesi del Risorgimento, NON MANCATE!
martedì 19 maggio 2009
Aggressività canina, Aggressività umana: due facce della stessa medaglia
Nell’immaginario comune si è soliti associare il cane con i termini amico e fedeltà. Questa associazione rende incomprensibile l’apprendimento di notizie sconcertanti sull’aggressività di alcuni cani nei riguardi dell’uomo.
STOP
Nell’immaginario comune si è soliti associare l’uomo con i termini amico e fedeltà. Questa associazione rende incomprensibile l’apprendimento di notizie sconcertanti sull’aggressività di alcuni uomini nei riguardi del cane.
STOP
Un punto di vista e l’opposto punto di vista. Una causa e un effetto. Ma in che ordine?
L’opinione pubblica è libera di riflettere.
“Oggi mi sono svegliato e poi in giro, come al solito. Non sono un tipo solitario e poi in due ci si fa compagnia, ecco perché preferisco passeggiare in due. È una giornata come tante. Al parco ci fermiamo. C’è un gran caldo, la gente che passeggia, gli anziani con le carte, i bimbi con la palla ed uno tutto solo intento a far volare un aquilone. Lì vicino vediamo due amici litigare: il più grande, con violenza, schiaffeggia l’altro. Quando sono a pochi metri da noi scorgiamo una ferita sul volto del più piccolo. Io ed il mio amico ci guardiamo. Nei nostri occhi inorriditi c’è quel gesto di violenza immotivato. Con la tristezza nel cuore si torna a casa. Io ed il mio amico siamo a tavola e mentre io mangio dalla mia ciotola la mente mi riporta a ciò che ho visto stamattina al parco e penso e ripenso che per quel piccolo amico potrebbe non esserci una ciotola ad aspettarlo e forse non ci sarà neanche un posticino accanto a chi dovrebbe essergli amico.”
Si parlava di causa ed effetto, di punti di vista.
Un giornale e un telegiornale possono dare l’amara notizia di un’ aggressione da parte di un cane nei confronti dell’uomo, ma quando tutti i giornali e tutti i telegiornali affondano la notizia sull’ attacco ecco che hanno preso un solo punto di vista e non si sono preoccupati di dare un ordine. Ma chi è chiamato a riflettere deve capire e capire significa conoscere e comprendere l’evento in ogni aspetto finanche a giustificare l’accaduto in nome di un legame che da secoli associa l’uomo al cane con i termini amico e fedeltà e scusatemi se da uomo ho poche perplessità su chi per primo abbia tradito l’amicizia e la fedeltà.
Giacomo Fabio Pappagallo
lunedì 18 maggio 2009
Beffati gli animalisti sanremesi: ancora si agli spettacoli circensi
Leoni che saltano attraverso cerchi infuocati, cavalli che camminano sulle zampe posteriori, orsi che ballano, elefanti a testa in giù, pony che "rispondono" e "sorridono", scimpanzé che fanno i clown: la gente applaude meravigliata e divertita perché normalmente non sa che i circhi italiani si spartiscono milioni di euro di contributi statali.
La gente che applaude non sa che per insegnare ad un cavallo a stare in piedi sulle zampe posteriori, si passano le redini e le si tirano con violenza in modo di fargli male alla bocca, oppure lo si percuote brutalmente sotto le mascelle con un bastone. E' bene sapere che per far sorridere il simpatico pony basta pungerlo sul muso con uno spillone e il cavallo impara così che, quando viene dato il segnale, deve sollevare il labbro superiore e mostrare i denti.
Una volta si costringevano gli orsi a camminare sui carboni ardenti in modo che, per diminuire il dolore delle scottature, l'orso imparasse a sollevare le zampe alternativamente e il più rapidamente possibile. Oggi, che siamo più civili, invece delle braci si ricorre a piastre e pungoli elettrici. Meraviglia della tecnica!
Sono tante le testimonianze raccolte di cani chiusi in minuscole gabbie per intere giornate, o di leopardi legati ai due lati della gabbia e pungolati alla gola per ore con un forcone finché non imparano a stare seduti sulle zampe posteriori, o di animali ormai vecchi che dopo aver servito per gli spettacoli vengono ceduti ai laboratori di vivisezione. Questo è il trattamento riservato agli animali nei circhi con animali.
Ma uno spettacolo consapevole non può costituire motivo di svago quando questo consiste nel costringere delle creature viventi a perdere la propria identità e la propria dignità, soffocate con la negazione dei propri istinti naturali. Una vera sopraffazione che l'umo fa nei confronti degli animali.
Non bastano i patimenti subiti durante l'addestramento, subiscono anche l'abbaglio dei riflettori ed il frastuono della folla plaudente o lo schiocco della frusta, o il pungolo d'acciaio. Alla fine dello spettacolo la loro ricompensa consiste in una prigionia in una misera minuscola cella.
Da parte mia grande solidarietà all'ex consigliere comunale di Sanremo Dott. Dario Daniele e condivisione del suo disappunto per l'annullamento della Delibera da parte del Commissario Dott. Umberto Calandrella - Delibera democraticamente approvata dal precedente Consiglio Comunale - che impediva ai circhi che sfruttano gli animali per lo spettacolo di insediarsi nel territorio del Comune sanremese.
La "funzione sociale" dei circhi con animali, reclamata dall'Ente nazionale circhi, ammesso che se ne riesca a dimostrare l'esistenza, cessa comunque di produrre effetti nel momento in cui ai bambini è dato assistere all'annientamento della dignità dell'animale che fa spettacolo attraverso la sottomissione alle idiote volontà umane, ma a scapito della sua indole e della sua naturale fierezza.
Gli animali vanno osservati solo nel loro ambiente naturale e nel pieno delle loro facoltà fisiche e psichiche. Solo allora questo può essere istruttivo.
Il Commissario straordinario Umberto Calandrella, revocando il Decreto della precedente amministrazione sanremese, ha voluto fare un passo indietro rispetto alla visione "illuminata" di chi riteneva e ritiene che gli animali in cattività non sono sufficientemente tutelati dalle attuali leggi, e che obbligare un essere a fare spettacolo della propria paura di fronte alla frusta o al fuoco è fortemente immorale.
Farebbe bene il Commissario a rivedere la sua posizione e ripristinare la Delibera emessa dal precedente Consiglio Comunale - che rappresentava democraticamente pro-tempore i cittadini sanremesi - . Troverebbe adesioni dalla gran parte dei cittadini, la cui opinione è nettamente in contrasto con l'ultimo provvedimento di revoca.
Mi permetto di far rilevare che a norma dell'art. 544 ter c.p. nel caso in cui, ad uno spettacolo o manifestazione di per sé non produttivi di strazio o sevizie per gli animali, sia fatto partecipare un animale che, per la sua età o per le condizioni fisiche o di salute, non sia idoneo a sopportare gli sforzi che l'evento o l'esercizio richiedono, l'ipotesi realizza il reato di maltrattamento di animali ed in caso di condanna si applicano le pene accessorie della confisca e della sospensione o interdizione delle attività.
Come si possono condividere queste attività?
Chi controlla oggi le condizioni degli animali prima degli spettacoli o manifestazioni?
Un vecchio adagio latino saevitia in bruta est tirocinium crudelitatis in homines esprime quell'antico principio etico che mira a tutelare l'integrità psicologica ed emotiva dei minorenni e a impedire che gli stessi subiscano una educazione che li possa rendere insensibili alle altrui sofferenze, in una visione antropologica.
Assistere a spettacoli in cui gli animali vengano costretti a fare esercizi contro la loro natura non aiuta certo a diffondere la tolleranza, il rispetto e la sensibilità verso gli altri, elementi necessari per una convivenza sociale serena e tranquilla. Anzi favorisce l'apprendimento di valori sbagliati, di ideologie violente del più forte che sottomette il più debole, di indifferenza per i valori umani e sociali, di desensibilizzazione e assuefazione alla violenza. Metodi di educazione sbagliata.
I dubbi che nascono peraltro sulla legittimità del provvedimento del Commissario potrebbero dissolversi semplicemente offrendo l'opportunità alla cittadinanza di un "referendum" sulla scelta di ospitare o meno i circhi con animali nel territorio cittadino.
Auspico una legge che abolisca totalmente l'utilizzo di animali in cattività per spettacoli circensi e di altro tipo e, nelle more che venga promulgata, che siano effettuati controlli sanitari severi sugli animali prima di ogni spettacolo o manifestazione, per verificarne le condizioni.
Mimmo Passaro
direttivo regionale - Puglia
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
venerdì 15 maggio 2009
BESTIA: animale in genere oppure persona dai modi rozzi e violenti?
Lo fa con i suoi due cani, più di una volta, e il tutto viene fotografato da un passante e reso pubblico dal “Daily Mail”.
La sequenza di foto, pubblicata dal tabloid britannico, è davvero agghiacciante, quanto insensata. Dopo averlo lasciato qualche minuto in acqua, l'uomo recupera i due poveri animali, tremanti e impauriti, sale tranquillamente in macchina e va via.
Le autorità sono state avvisate nell'immediato: "Abbiamo ricevuto una telefonata di un testimone che ha detto che stava assistendo al maltrattamento di due cani - ha detto il sergente Chris Lane, della polizia del Sussex - abbiamo mandato due volanti, ma quando sono arrivate il sospetto era già andato via".
Ora l'Rspca, l'ente di protezione animali britannico, sta studiando le foto per identificare l'uomo.
"Le foto sono scioccanti - hanno detto dall'agenzia - ma non sappiamo se buttare i suoi cani in acqua per quest'uomo è un gioco, se pensa che magari si divertano. Per questo abbiamo bisogno di parlarne direttamente con lui". Fortunatamente in uno degli scatti si vede chiaramente la targa dell'auto.
Non esistono commenti per queste atrocità, certi atteggiamenti possono solo indignare chiunque abbia un po' di rispetto verso gli animali. E' solo l'ennesima testimonianza che dice come e quanto l'essere umano creda di essere superiore all'essere animale, che a volte è incapace di difendersi. Per fortuna esistono ancora cittadini dotati di senso civico che hanno la volontà di denunciare comportamenti del genere.
Cecilia Pepe
giovedì 14 maggio 2009
Il Sindaco di Castel San Vincenzo incoraggia ad adottare cani randagi
A tal punto che prontamente la giunta comunale non ha fatto attendere una delibera in merito come spiega il sindaco Domenico Di Cicco: “Non appena appresa la notizia ci siamo subito attivati. Dopo aver preso visione del bilancio abbiamo destinato una parte dei soldi non utilizzata per disincentivare azioni di tal genere. Abbiamo deciso di premiare quei cittadini virtuosi che adotteranno uno dei cani vaganti sul nostro territorio. In cambio offriamo assistenza sanitaria gratuita, sterilizzazione, iscrizione all’anagrafe canina, microchip e 100 euro simbolici per l’iniziale mantenimento dell’amico a 4 zampe. Inoltre in questo modo si può incidere sugli incidenti stradali spesso causati dalla presenza di animali”. La notizia non ha fatto attendere i commenti dei volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane in Puglia impegnati da anni nella lotta al randagismo e per la promozione della sterilizzazione come spiega Rodolfo Frassanito membro del direttivo regionale: “Un’ottima iniziativa, decisamente in controtendenza rispetto ai fatti di cronaca che ultimamente si ascoltano in tv o si leggono sui giornali. Effettivamente il problema del randagismo è una fenomeno che coinvolge tutto il sud Italia da tantissimi anni. Anche se qualche delibera è stata presa in merito, nella nostra regione il problema assume ancora i connotati di una vera e propria piaga. L’idea di incentivare i cittadini a prendere coscienza del problema e assumersi direttamente la responsabilità per l’affido dei trovatelli è senza dubbio interessante. Magari mi soffermerei maggiormente sul rilasciare dei soldi in contanti, operazione rischiosa poiché il male intenzionato potrebbe approfittarsene, meglio regalare un buono per lo stesso importo da utilizzare nei negozi animali dei dintorni. – prosegue l’esponente regionale della Lega del Cane – Mi chiedo se l’iniziativa del sindaco molisano non possa essere da esempio per qualche Amministrazione Comunale delle nostre parti.
mercoledì 13 maggio 2009
9 giorni con la sezione di Francavilla alla “Fiera Nazionale dell’Ascensione”
Quest'anno ricorre la 70.esima edizione della Fiera Mostra dell'Ascensione, che aprirà i battenti il 16 maggio e si chiuderà domenica 24 maggio c.a., e non poteva esserci occasione migliore, dato il notevole afflusso di visitatori, per informare sulle attività di volontariato sul territorio e lanciare le informazioni sugli avvenimenti più attuali relativi al mondo dell'animalismo.
Durante i 9 giorni di “banchetto” nel perimetro fieristico i volontari animalisti della LNDC saranno impegnati a informare i cittadini sui seguenti argomenti:
- Regolamento Comunale;
- Tutela e assistenza sanitaria;
- Sportello pubblico per la tutela degli animali;
- Rifugio Comunale e Canile Sanitaria;
- Controllo delle nascite;
- Anagrafe canina e identificazione (microchip);
- Vigilanza;
- Educazione nelle scuole;
- Sensibilizzazione degli adulti;
- Cani di quartiere o “collettivi” e colonia feline
ed inoltre, per informare sulle cause del RANDAGISMO e affrontarle con consapevolezza:
- diffondere la filosofia delle “sterilizzazioni” delle cagne, anche private;
- sensibilizzare sulle campagne di adozioni a distanza e di affido;
- promuovere la campagna contro l'ABBANDONO, causa fra le principali del randagismo;
- reclutare volontari animalisti, vista la penuria di forze operative;
- chiedere aiuti economici per le spese di ampliamento, ristrutturazione e manutenzione agli impianti del rifugio “Speranza” di Francavilla Fontana con contributi diretti o tramite bonifico bancario:
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
Banca CARIME di Francavilla Fontana
Codice IBAN: IT 32 V 03067 79190 000000060330
lunedì 11 maggio 2009
Cittadinanza onoraria al cane della città
venerdì 8 maggio 2009
PROGETTO SCUOLA E SOLIDARIETA' - CSV POIESIS. COINVOLGIMENTO LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE di Francavilla F.
Solidarietà" presso l'Istituto Liceo Classico di Francavilla Fontana,
organizzato dal CSV POIESIS (Centro Servizio per il volontariato della
Provincia di Brindisi).
L'incontro divulgativo tra le tre associazioni di volontariato
francavillesi:
- Lega Nazionale per la Difesa del Cane
- Legambiente
- Berretti Verdi
con gli studenti del 1° Ginnasio ha raggiunto lo scopo di sensibilizzare
gli alunni nei confronti degli animali e dell'ambiente.
Le tante esperienze vissute e raccontate dai volontari animalisti ed
ambientalisti presenti hanno suscitato vivo interesse dei giovani nei
confronti del variegato mondo del volontariato.
I volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, hanno portato un
cane randagio dato in affido per facilitare il contatto diretto degli alunni
con l'animale e per dimostrare come i cani randagi, una volta presi in
famiglia, sanno dare affetto ancora più dei cani di razza. Sanno essere
riconoscenti per tutta la vita.
I relatori Mimmo Passaro, Anna Vita Cannalire, Marcello Costantini, la
relatrice di Legambiente e la Dott.ssa Francesca Andriulo del CSV, che
presiedeva l'incontro, hanno concluso sulla convinzione che "ambiente
scuola" e "volontariato" devono concorrere a delineare una società basata
su una responsabilità condivisa della gestione sociale.
Ai ragazzi è stata distribuita una scheda di feed back per una
opinione/valutazione del percorso vissuto durante l'incontro. Questo aiuterà
a capire dove le Associazioni di volontariato possono migliorare e crescere
nel rapporto con i giovani studenti.
Mimmo Passaro
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
Sezione di Francavilla Fontana
Manifestazione nel Comune di Turi (Ba)
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Domenica 10 maggio, nel Comune di Turi, in via Casamassima, si svolgerà una manifestazione cinofila organizzata dall'associazione Il Girasole, con la collaborazione del Dott. Vitantonio Spada, medico veterinario in Turi, e la partecipazione della Sezione di Valenzano e della Delegazione di Conversano della Lega Nazionale per la Difesa del Cane. Dalle ore 8.30 sarà possibile iscrivere i propri amici a quattro zampe ad una simpatica "sfilata" di bellezza aperta a meticci e cani di "razza" La Lega Nazionale per la Difesa del Cane coglie l'occasione per informare i cittadini della situazione del randagismo nel nostro territorio e delle iniziative propie e istituzionali in materia. I nostri soci saranno in compagnia di alcuni splendidi cuccioli di Maremmano e di pura razza Corso che cercano una famiglia che li adotti. Si ringraziano tutti coloro che vorranno partecipare e/o contribuire in qualsiai modo. Avv. Cosimo Martino |
TRENITALIA PRENDE IN GIRO GLI UTENTI CON CANI AL SEGUITO
Bari - 04 maggio, L’infinita battaglia tra passeggeri e Trenitalia sembra non aver mai tregua.
Tra mille disservizi e ancor più ritardi sugli orari annunciati riappare lo spauracchio per chi possiede animali d’affezione in particolare cani.
Il 30 settembre l’azienda di Trenitalia comunicava che i cani avrebbero potuto continuare a viaggiare sui treni. Sui giornali e sul web si leggeva: ‘Sospeso l’ordine di servizio di Trenitalia che da mercoledì primo ottobre avrebbe vietato la presenza nei vagoni dei cani superiori a 6 kg’.
Ma a distanza di qualche mese ci risiamo e come spesso accade i proclami delle grandi aziende trovano poca corrispondenza con la realtà. E’ notizia di qualche giorno fa che l’AIDAA abbia presentato un esposto alla procura di Milano contro le ferrovie italiane poiché hanno vietato l’accesso ad un treno pubblico a passeggero regolarmente munito di biglietto per sé e per il proprio cane. Peccato che il cane pesasse più di 6 kg… anzi fosse di taglia grande.
Ma non basta. Infatti non più di 6 mesi fa un cane di piccola taglia o di medio-piccola taglia anche senza trasportino non pagava biglietto a parte. Infatti era sufficiente che il proprietario prenotasse il posto a sedere e comunicasse di avere il proprio fido al seguito. Mentre per cani più grandi era previsto un supplemento a partire da 5 euro. Oggi non è più così precisamente dal 1 dicembre fa sapere un’impiegata dello sportello per l’emissione dei biglietti della stazione centrale di Roma Termini. Adesso come si legge nel regolamento il biglietto del cane costa il 50% di un biglietto intero per adulto: E’ ammesso il trasporto del cane di qualsiasi taglia, provvisto di museruola e guinzaglio, in ragione di uno per viaggiatore, nell’ultimo compartimento (ovvero negli ultimi sei posti delle carrozze a salone) dell’ultima carrozza di seconda classe, dietro pagamento di un biglietto di seconda classe al prezzo previsto per il treno utilizzato ridotto del 50%.
Ma i disagi che l’azienda di bandiera delle ferrovie italiane compie ogni giorno ai danni dei poveri passeggeri non ha limiti. Infatti a seguito del riordino aziendale molte tratte negli ultimi anni hanno visto sempre meno treni in meno fasce orarie che consentissero l’accesso ad animali.
Basti pensare ad una tratta come Roma – Bari: gli unici due intercity che consentono l’accesso ai cani sono alle 08,01 di mattina e alle 23,58 di sera. Nel mezzo il nulla. Poiché sugli eurostar non è consentito l’accesso ad animali se non in rare eccezioni, i cani guida per non vedenti ad esempio e i cani di piccola taglia all’interno dei trasportini di dimensioni non superiori a cm. 32×32x50; più che per il regolamento per il buon cuore del personale di bordo a volte capita di riuscire nell'impresa di trasgredire il restrittivo regolamento. Ma noi paghiamo il biglietto per il buon cuore del personale di bordo, o per un servizio ai cittadini?
Raccapricciante: il cane che s'illumina al buio
Davvero raccapricciante la notizia diffusa da Mailonline relativa ai risultati degli esperimenti condotti nel laboratorio di ricerca Byeong-Chun Lee dell'Università nazionale di Seul - Sud Corea.
Già nel 2005 il primo cane clonato, Snuppy, era stato di paternità sud coreana, ad opera di Woo Suk Hwang (scienziato coinvolto da innumerevoli polemiche relative a suoi esperimenti su presunti cloni umani e staminali embrionali). Come anni prima la pecora Dolly, Snuppy era stato fatto nascere da Mr. Hwang con la tecnica del trasferimento nucleare in una cellula uovo svuotata del Dna della madre surrogata.
La rivista Nature annunciava infatti nello scorso agosto dopo le verifiche incrociate effettuate da Elaine Ostrander del National Human Genome Research Centre, Bethesda in USA e dalla Seoul National University Investigation Committee - che Snuppy, un cucciolo di cane afghano maschio partorito con taglio cesareo da una madre surrogata, un Labrador, era il primo cane clonato della storia, cioè un clone a tutti gli effetti mediante l'analisi del suo Dna e il confronto con quello del cane Snuppy Tai, il suo stampo.
L'esperimento attuale condotto, e portato a termine, questa volta dal team di Mr. Lee mirava a modificare il codice genetico dei cani trasformandoli in animali transgenici.
L'impianto di 344 embrioni clonati con l'inserimento del gene della fluorescenza in 20 cagnoline, utilizzando un retrovirus, ha prodotto 7 gravidanze di successo, ma senza che il team sia riuscito a capire in quale parte del corpo esattamente il gene si sarebbe insediato.
I sette cuccioli, apparentemente normali, se trasferiti in ambiente senza luce e puntati con luce ultravioletta si illuminano diventando rosso fuoco. La notizia è sconvolgente e deve far riflettere..
Questo tipo di ricerca appare come frutto di pura follia, altro che progresso scientifico. Io non riesco a capire quali eventuali vantaggi possa portare questo esperimento alla medicina contemporanea, o quale utilizzazione rivolta al benessere della umanità in generale e chiedo lumi agli scienziati per spiegarne, con i loro autorevoli pareri, a noi gretti animalisti, la concreta utilità scientifica.
I poveri animali continuano ad essere sottoposti incessantemente agli esperimenti più crudeli e vengono immolati sull'altare della ricerca.
Unici tra tutti i viventi , gli uomini giungono a massacrare i loro simili, a violentare i loro cuccioli, a uccidere i propri genitori per interesse, ad abbandonare i propri figli per vigliaccheria e ad infierire nei confronti di quei miliardi di animali che, completamente alla mercé dell'uomo, subiscono ogni tipo di violenza, anche e sopratutto sperimentale, e non hanno neppure la voce per implorare pietà.
Eppure anche gli animali, in modo del tutto simile a noi, sono in grado di provare emozioni, dalla indole di proteggere la prole e gioire della famiglia al terrore di fronte alla tortura. Già, perché per loro inermi cavie, i nostri esperimenti non sono altro che tortura.
I mass media ci informano con dovizia di particolari sulle sofferenze patite dai nostri simili a causa di altri umani ma spesso evitano di urtare le nostre coscienze e non contrastare gli enormi interessi economici che ruotano intorno agli esperimenti scientifici e alle attività di sfruttamento degli animali - evitando di pubblicare gli assurdi tormenti inflitti loro.
Mentre inorridiamo reagendo di fronte alle tragiche situazioni patite dai nostri simili, ben poco facciamo per evitare, o quantomeno lenire le atroci sofferenze inferte agli animali, troppe volte inutili, attraverso sterili e crudeli sperimentazioni.
Il senso etico di chi si oppone ai genocidi, alle stragi ed al terrorismo, di chi aiuta i diversamente abili e gli anziani e di chi soccorre i malati e i deboli, svanisce di fronte ai più deboli tra i deboli: gli animali.
Un interminabile elenco di notizie sconvolgenti e documentate potrei riportare, tratte da varie pubblicazioni ufficiali - sulle sofferenze patite dagli animali arbitrariamente e inutilmente durante certe sperimentazioni, ma voglio limitarmi a svegliare le coscienze dal torpore dell'indifferenza e sollevare il problema sulla non scientificità di alcune sperimentazioni sugli animali.
Mimmo Passaro
Lega Nazionale per la Difesa del Cane - Comitato Regione Puglia
Guardie Zoofile
Primo intervento del Nucleo operativo delle Guardie Zoofile della Lega Nazionale per la Difesa del Cane della provincia di Brindisi.
Il primo intervento delle Guardie Zoofile della LNDC in territorio brindisino si è svolto l'8 aprile u.s. nelle campagne di Cisternino,
in piena “Valle d'Itria” ,su segnalazione dei volontari della locale Sezione della Lega Nazionale per la Difesa del Cane.
La richiesta di intervento era fondata su un probabile maltrattamento, da parte di un anziano signore di 87 anni,
nei confronti di due suoi cani di media taglia e di sesso diverso che, apparentemente, benché – a sentire il vicinato - nel passato
ne avesse avuto buona cura, momentaneamente non veniva più ad accudirli.
Da un sopralluogo esterno al casolare di campagna, da parte delle Guardie Zoofile di Francavilla,
le condizioni dei due animali apparivano non soddisfacenti in quanto i cani si presentavano legati con una corda di circa due metri
in prossimità delle due rispettive cucce.
Non potendo accedere nel terreno, le Guardie Zoofile hanno indagato prendendo notizie dal vicinato.
L'anziano signore aveva subito diversi interventi chirurgici e, prima del suo ricovero in ospedale, aveva legato i due cani
per evitare che si allontanassero dalla casa ed aveva affidato alle due figlie l'incarico di accudirli ed alimentarli.
Ma l'incarico era rimasto parzialmente disatteso, o quantomeno assolto non in modo soddisfacente, in quanto il cibo veniva
portato saltuariamente e l'acqua veniva rinnovata quando possibile.
All'anziano signore non si poteva imputare la responsabilità di maltrattamento per gli evidenti motivi di salute e l'incarico
affidato formalmente alle figlie veniva comunque assolto, anche se non perseguiva il benessere degli animali,
perchè inadeguato ed insufficiente.
Raggiunto il signore, che intanto era stato dimesso dall'ospedale e convalescente era ospitato presso la casa di una figlia,
le Guardie Zoofile gli hanno evidenziato che i due cani non potevano essere tenuti in quelle condizioni e, data l'impossibilità
di accudirli personalmente, non gli rimaneva che affidarne la cura momentanea ai volontari di associazioni animaliste.
Cosa che Lui ha fatto per iscritto, riservandosi giustamente la libertà di andare a trovare i suoi cani anche giornalmente.
Bisogna peraltro dire che l'uomo si è reso subito conto, dalle argomentazioni prospettategli, che i suoi cani vivevano nei disagi e,
senza alcuna difficoltà, ha preso la saggia decisione di affidare per iscritto la custodia dei cani ai volontari della sezione della
Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Cisternino.
I cani sono stati slegati e trasferiti in luogo più confacente alla loro natura, con ampi spazi, dove vengono amorevolmente accuditi
e giornalmente alimentati ed abbeverati. I volontari inoltre provvederanno ad anagrafare i due cani con inserimento del microchip ed
eventualmente, se richiesta, la sterilizzazione della cagna.
E' una storia a lieto fine in quanto:
- l'anziano signore è contento di sapere i suoi cani ben accuditi da volontari che ne hanno la competenza e di trovarli
in condizioni sempre migliori: caratterialmente più mansueti, meglio nutriti e con il pelo più curato e lucido.
Insomma visivamente più felici.
- I volontari animalisti della locale sezione: Federica Gennari, Valerio Loconte, la Sig.a Stirelli e altri ancora,
che avevano segnalato il caso alle Guardie Zoofile, soddisfatti di rendere vivibile la vita a due creature il cui
destino poteva essere tragico senza la loro segnalazione.
- Le Guardie Zoofile, animalisti volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane anch'essi, non trovandosi
di fronte ad oggettive gravi responsabilità per via delle cagionevoli condizioni di salute in seguito agli interventi
chirurgici, hanno assolto positivamente uno dei loro compiti, il benessere degli animali.
Il Capo Nucleo Mimmo Passaro