martedì 21 luglio 2009

Denunciati torturatori di animali

Finalmente qualcosa si muove sul terreno della tutela dei diritti degli animali ad una vita dignitosa ed aumentano le denunce di maltrattamenti e crudeltà spropositate.

E’ di pochi giorni fa la scoperta di una vera e propria casa degli orrori a Colle Umberto, nel trevigiano, dove una donna teneva ammassati cani e gatti di razza e animali selvatici al solo scopo di farli riprodurre per lucrarci sopra. Per rivendere poi i cuccioli di esemplari di razze ricercate e di animali particolari come i cincillà, la donna stipava le povere bestie rinchiuse in gabbie accatastate una sull’altra, in condizioni igieniche indecenti, circondati da topi e parassiti. La scena era pressoché agghiacciante, con cani e gatti abbandonati tra le loro feci , ammalati o colpiti da infezioni, spesso denutriti. In seguito a numerose segnalazioni di privati e di associazioni animaliste la “secondina” di animali è stata denunciata dalla Polizia Municipale di Colle Umberto ed in seguito la procura di Treviso ha disposto il sequestro di tutti i detenuti ancora vivi (cani, gatti, calopsiti, cincillà, furetti e altri animali esotoci).

Sempre recentissimo è un altro caso in cui l’intervento della magistratura ha permesso il sequestro per maltrattamenti di una stalla a Sant’Anna d’Alfaedo, in provincia di Verona. Qui un‘asina, un cavallo, tre cani e ben cinque cinghiali sono stati sequestrati dal corpo forestale su disposizione del giudice delle indagini preliminari Taramelli, così come richiesto dal pm Vallerin. Il tutto è partito grazie ancora alla denuncia della Lega antivivisezione di Verona, che ha ottenuto la custodia degli animali, presentata un mese prima, portando sotto inchiesta il proprietario dell’immobile. In questo caso gli animali erano costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie molto carenti, al buio per buona parte dell’anno e in spazi angusti, con poca acqua putrida e cibo scadente. Basti pensare che i cani venivano alimentati con pasta cruda scaduta, gettata da una finestra all’interno del capannone dove erano rinchiusi, costretti su di un tappeto di escrementi.

Queste storie di orrore quotidiano potrebbero finire anche grazie alle innovazioni introdotte dalla legge del 2004 che fa evolvere il concetto di tutela degli animali, estendendone la protezione al trasporto, alla detenzione in condizioni inadeguate o all’incuria e al maltrattamento di animali da reddito. Quindi reati penalmente perseguibili che non necessitano della volontà di infliggere sofferenza, ma nei quali è sufficiente l’ incuria, l’insensibilità nei confronti di altri esseri viventi.

Comunque come sottolinea l’avvocato Cosimo Martino, referente della delegazione di Conversano della Lega Nazionale per la difesa del cane, “Sicuramente la legge 189 del 20 luglio 2004 rappresenta un enorme progresso sulla via del riconoscimento e della tutela dei diritti degli animali, anche se, ancora oggi, sotto il profilo propriamente normativo, non può parlarsi di diritti attribuiti agli animali in quanto soggetti; la loro tutela viene assicurata attraverso la difesa di altri valori e interessi riconducibili alla sfera umana, come appunto “il sentimento per gli animali”. L’attuale legislazione italiana, comunque, rappresenta uno strumento decisivo per la repressione di condotte criminose poste in essere in danno degli animali e che in passato erano ridotte a reati contravvenzionali o a circostanze aggravanti.”

“Ora”, aggiunge ancora l’avvocato dispensando qualche consiglio pratico, “perché la legge possa funzionare, è importante che tutti, istituzioni, associazioni di volontariato e cittadini facciano ciascuno la propria parte. Denunciare gli episodi di maltrattamenti o di uccisioni di animali, di cui si viene a conoscenza contribuisce ad evidenziare il disvalore giuridico e morale di tali condotte. I delitti contro il sentimento per gli animali sono procedibili d’ufficio, i privati cittadini, quindi, possono proporre denuncia di reato ai sensi dell’art. 333 c.p.p.; anche una denuncia contro ignoti, purché contenga una esposizione/descrizione dei fatti il più possibile rispondente ai dati reali di cui il cittadino è venuto, direttamente, a conoscenza e quindi sia priva di interpretazioni o suggestioni personali, può costituire, in alcuni casi, un input per ulteriori indagini. Nelle province in cui sono già presenti le guardie giurate zoofile, consiglio di rivolgersi con serenità ad esse, in quanto pubblici ufficiali e, quindi, competenti a ricevere denunce e segnalazioni relative ai delitti contro gli animali.”

Claudio D’Arconte

Nessun commento:

Posta un commento