domenica 30 agosto 2009

“SENSIBILITA’ CHE SI FA SENTIRE: SIAMO SULLA STRADA GIUSTA” (Prof. Costantini)

E’ stata l’esperienza più emozionante di quest’estate. Giovedì 20 agosto 2009 abbiamo assistito alla liberazione di circa 30 uccelli(nello specifico 1 assiolo, 12 civette, 15 grillai, 4 gheppi e un balestruccio) il cui volo ha festeggiato sia il ritorno in libertà sia la salute ripristinata. La gran parte degli esemplari è stata raccolta da privati in precarie condizioni di salute, dovute ai motivi più disparati. Punto di riferimento per queste emergenze è l’Osservatorio Faunistico Regionale di Bitetto, che si occupa di ospitare gli animali (omeotermi, ovvero uccelli e mammiferi) e seguirne l’eventuale riabilitazione . Nei casi di traumi gravi dove è necessario un intervento, i soggetti vengono trasportati e ospedalizzati presso l’Università degli Studi di Bari - Dipartimento di Produzione Animale, dove l’animale viene curato e sottoposto a scrupolosi esami (una sorta di day hospital) . L’iter riabilitativo segue diverse fasi, specifiche nelle modalità e nei tempi per ogni specie. Per ciò che riguarda gli uccelli, la prima è l’autonomia alimentare, raggiunta quando l’animale è in grado di nutrirsi da solo. In questa fase l’esemplare fa ritorno presso l’Osservatorio che lo segue verso la conquista del secondo step, ovvero l’autonomia per volare e procacciarsi il cibo. L’ultimo passo è quello del ritorno sul territorio: viene individuato un sito compatibile con le esigenza biologiche della specie e si procede all’emozionante rilascio.

Il concerto di collaborazioni tra Università, Osservatorio, Regione e LIPU ha lo scopo di reintrodurre la fauna autoctona sul territorio. Questo intento ha aperto la strada anche alla ricerca. Specie di “nicchia” come balestrucci, passeri o rondoni adesso hanno la possibilità di essere oggetto di studi più approfonditi, mirati a elaborare nuove metodologie sia da un punto di vista diagnostico che di tecniche di reimmmissione sul territorio. Un balestruccio è stato da poco liberato proprio al fine di sperimentare nuove tecniche di rilascio.

Il prof. Costantini ci spiega che è molto importante, per esempio, che i nidiacei non si abituino all’uomo mentre vengono assistiti dagli stessi operatori perché una volta reinseriti nel territorio conservino la loro “selvaticità” e si integrino alla perfezione con i loro simili, che non hanno mai avuto contatti con l’uomo. Così vengono assistiti con diverse tecniche volte a tutelare l’integrità etologica della specie: direct fostering, cross fostering e hacking.

Grazie a tutto questo da febbraio 2009 ad oggi sono stati rilasciati centinaia di uccelli tra cui anche un fenicottero (rilasciato presso Manfredonia), un riccio e un’istrice nel territorio compreso tra Altamura, Gravina e nei pressi del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

Si è assistito a un aumento di areali, cioè, non solo la densità avicola sta aumentando, ma si sta diffondendo anche su territori in precedenza poco frequentati.

Si cerca anche di attuare attività di sensibilizzazione in direzione della tutela faunistica, non solo perché è giusto così ma anche perché è bene che tutti, e specie i bambini, sappiano che uomo e animali possono trarre benefici reciproci da una convivenza naturale e rispettosa: per fare un esempio, i grillai mangiano le cavallette, contribuendo in maniera significativa al controllo di questa specie infestante per l’uomo, mentre da parte sua, la Regione Puglia ha bandito il ricorso a pesticidi per cavallette perché dannosi per tante altre specie. E’ bene dunque scacciare credenze superstiziose senza fondamento che colpiscono in particolare i rapaci notturni, che oltre ad essere simpaticissimi, sono utili – come detto prima – a tenere sotto controllo la popolazione di specie infestanti, topi compresi.

Il Dott. Giglio – L.I.P.U. ci dice entusiasta che la sensibilità verso gli animali è in crescita, ed è tangibile. Ci sono persone che hanno percorso 150 km per portare al centro di Bitetto un rondone.

I volontari sono la linfa vitale delle attività di questo genere. Per chiunque voglia dare una mano – perché gli operatori, le guardie ecozoofile sono instancabili, ma il lavoro è tanto e chiunque può contribuire con la propria disponibilità – può contattare la L.I.P.U. che coordina le varie attività e spesso fa da tramite per il recupero dei volatili. Infatti bisognerebbe portare personalmente all’osservatorio gli animali in difficoltà, oppure dovrebbe occuparsene la polizia municipale. Quando questo non è stato possibile la L.I.P.U. si è preoccupata di far pervenire gli animali a Bitetto. Il numero dell’Osservatorio è 0809920283.

Insomma, sta pian piano succedendo quello che augurava Lucio Dalla in “L’anno che verrà” “….anche gli uccelli faranno ritorno”: speriamo che tutti gli esseri viventi e la natura godano sempre più del rispetto e dell’attenzione che meritano.





Ina Macina

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